LUIGI BELLOTTO
ALLIEVO DELLA SCUOLA INTERNAZIONALE NEI DAN DI BOLOGNA DEL M° DANIELE FLAVIO
CORSO DI FORMAZIONE ISTRUTTORE TAI JI QUAN STILE CHEN
IL MIGLIORAMENTO DELLA QUALITA’ DELLA VITA DELLE PERSONE CON GLI ESERCIZI DI NEI GONG, ALL’INTERNO DEL CORSO DI KARATEDÔ E ALL’INTERNO DELLA ATTIVITA’ COME OPERATORE SHIATZU, E NEL CORSO DI TAI JI QUAN.
“ Il Grande TAO scorre ovunque verso destra e verso sinistra
Tutte le cose dipendono da lui per esistere
Ed esso non le abbandona
Per il suo compimento non impone rivendicazioni
Esso ama e nutre tutte le cose
Ma non si comporta da padrone nei confronti di esse”.
( Dedicato al M° Daniele Flavio )
Presentazione dell’allievo Luigi Bellotto
Sono nato a Lamon un paesino che ora conta poco più di 3100 abitanti in continuo calo. Ho quarant’anni il dieci Luglio, e ho sempre avuto la predisposizione all’attività sportiva e il desiderio di vivere e “giocare” all’aria aperta, nei prati, rimanere al contatto con la natura. Quando Ho iniziato la pratica del karatedo con l’attuale mio maestro Iwasa Sei, mi ha indirizzato verso le competizioni agonistiche. Ho visto un mondo che non condividevo pienamente al di là dell’impegno da me intrapreso, che mi ha migliorato sotto tutti gli aspetti. E che vanno; dal miglioramento a livello psicofisico, ad aver rafforzato la mia determinazione, e prendendo sempre maggior sicurezza nelle mie decisione.Questo iniziava all’ormai età di venti otto anni e mezzo, verso i trentuno ho iniziato sempre col mio maestro ad accostarmi al Taiji in modo molto superficiale. E solo successivamente quando a trentaquattro anni circa iniziai ad insegnarlo, mi resi conto che mancava qualcosa nel Taiji che insegnavo, al di la della mia buona volontà e l’essenziale insegnamento sulla corretta respirazione. Così sfogliando la rivista Arti D’oriente lessi un articolo del M° Daniele Flavio lo contattai e successivamente mi iscrissi al suo corso di Nei Gong e istruttori Chen. Attraverso il quale ho iniziato il lungo cammino nelle arti marziali e cosa più importante nel DÔ. Ho migliorato molto il livello tecnico di me stesso e dei miei allievi. Con il lavoro sul corpo, sull’atteggiamento mentale, influendo in maniera determinante nel dare un senso e significato in quello che insegno sotto il profilo; scientifico fisiologico, biomeccanico tecnico, culturale.
Il riferimento quindi della mia tesina sarà dunque basata sui risultati degli esercizi di nei gong nell’ambito delle mie attività riguardanti l’insegnamento del karatedò, tai chi, shiatzu, arti marziali in genere, e riabilitazione funzionale post traumatico o di recupero psicomotorio di soggetti con problemi derivati da traumi o con sindrome di Down.
Per quanto riguarda l’importanza e l’influenza che ha avuto l’avere adottato gli esercizi di nei gong all’interno delle lezioni di KaratedÔ. Avendoli inseriti in modo fisso e di complemento del riscaldamento iniziale, in ogni mia lezione, iniziando dai bambini, passando per i ragazzi, per arrivare agli adulti. Si sono visti da subito evidenti risultati sotto vari aspetti, l’aspetto trainante almeno per quanto riguarda il primo approccio, l’uscire dalla routine dei soliti esercizi, ormai noiosi perché ripetitivi. E’ migliorata l’attenzione di tutti gli allievi, di tutte le età. All’inizio era soltanto per imparare gli esercizi nuovi, poi con il tempo portando l’attenzione più verso l’interno, motivo la spiegazione da parte mia della funzione che svolgono tali esercizi a livello fisiologico, liberando pian piano tensioni muscolari, tendinolegamentosi e articolari. Quindi l’attenzione si spostava verso una parte più interna, inizio così a notare un cambiamento per quanto riguarda l’atteggiamento mentale, tramite l’espressione dello sguardo. Il corpo diventa più espressivo attraverso la dolcezza, l’armonia dei movimenti e che lasciano intravedere la difficoltà tecnica esecutiva di tali esercizi. Attraverso l’insegnamento di esercizi non solo nuovi, ma soprattutto funzionali sotto il profilo fisiologico, strutturale ed energetico. Ho migliorato la qualità dell’insegnamento che da parte di un tecnico è importante, il mostrarsi sempre molto aggiornato, sensibile nel preoccuparsi materiale, mostrandone io stesso attraverso gli esercizi, elencandone le svariate funzionalità. Così facendo mi preoccupo anche della salute dei miei allievi e del benessere di tutte le persone a cui insegnerò. Taluni esercizi potranno aumentare se necessario all’interno di ogni seduta di allenamento e anche con più sedute, abbassando in modo considerevole le probabilità di riportare traumi, contratture o stiramenti, dovuti a un riscaldamento frettoloso non completo e superficiale, di “vecchio stampo”. E da un carico di lavoro eccessivo mal distribuito che a lungo termine, usura danneggiando la struttura del corpo. Partendo dai muscoli, passando per i tendini e legamenti. Fattori da non trascurare per il fatto che i bambini e i ragazzi non hanno ancora ben strutturato, legamenti, tendini, muscoli. Per arrivare non per ultime alle articolazioni.
Che possono se non seguiti con esercizi opportuni ben strutturati danneggiarsi. In fine ma non per ultimi gli organi interni e gli organi di senso, con possibilità di danneggiare a mio avviso il Sistema Nervoso Autonomo.
Migliora l’attenzione degli allievi tramite l’acquisizione di nuovi esercizi, migliora anche il maestro sotto il profilo del dialogo, all’interno delle lezioni. Intervenendo con domande instaurando così un dialogo con gli allievi a volte carente e mirato solo esclusivamente alla pratica. Migliora il rapporto con gli allievi, non che la crescita intellettuale ( che non è poco), in oltre si vedranno miglioramenti negli esercizi. La pratica dell’arte acquista più valore, significativo, per le persone che vi si avvicinano per la prima volta.
Con i ragazzini ho riscontrato che ne capiscono la funzione, soprattutto quando gli si fa un esempio diretto con una posizione delle gambe di karatedÔ. Ottenuta secondo il principio base dell’allineamento della struttura. Che si ottiene allineando osso sacro, 11^ e 12^ dorsale, 7^ cervicale ed occipite, (retroversione del bacino, svuotare il petto, rientrare il mento). Ottenere una posizione bassa affondando nelle anche, estendere la nuca da dietro verso l’alto, “allungare” il bacino verso il basso facendo un movimento di retroversione in avanti. Creando così il primo principio base; affondare il peso nei piedi, radicamento, stabilità. Centralizzarsi nel Dantian, portare l’energia verso il cielo. Adottando questo principio base si evita in anzitutto di sovraffaticare e rovinare il corpo e la mente come sopra citato. In secondo tempo si avrà una maggior consapevolezza del corretto atteggiamento nella pratica e finalità, che va al di la della pratica di uno sport. Ma il concetto di migliorare la qualità della nostra vita con esercizi opportuni e non dannosi, a breve o a lungo termine. Così si otterranno non solo risultati visibili nel primo contempo attraverso risultati tecnici visibili, ma nel lungo percorso della pratica, si riscontrerà un visibile cambiamento fisiologico. L’intera struttura del corpo acquisterà un assetto più ottimale, aumentandone le funzionalità, si otterrà un minor spreco di tutte le energie psicofisiche, energetiche, emozionali e spirituali. Queste energie saranno indirizzate verso il rafforzamento di tutte le funzioni del nostro organismo.
Fisiologicamente il lavoro sul corpo aiuterà a; migliorare o a riattivare tutte le funzioni dell’organismo. Potrà aiutare a sbloccare il sistema linfatico, il sistema immunitario e aiuterà a mantenere in buona salute, il metabolismo. La pelle acquisterà luminosità e apparirà più pulita, tutto questo se integreremo agli esercizi una corretta alimentazione e un corretto stile di vita.
I miei allievi iniziano a comprendere il meccanismo di ogni singolo esercizio, comprenderne le svariate funzioni che esso offre. Riuscendo poi a trasferirne i principi nella preparazione più specifica della specialità intrapresa. Ad esempio nelle forme che eseguono, nel Karatedo’ o nell’uso delle armi del Kobudo’. Riesco da parte mia a far capire in maniera più completa il concetto di rilassamento mentre si pratica, e il concetto dell’energia e come allenarla .L’assumere l’allineamento corretto in base ai principi delle tre forze cioè; affondare il peso nei piedi (radicamento), centralizzarsi nel Dantian, portare l’energia verso il cielo. Sentirsi ben radicati nel terreno lasciando che il peso del corpo “scenda nei piedi attraverso l’allineamento strutturale ,piegando leggermente le ginocchia.Rientrando il mento e con la retroversione del bacino centralizzarsi nel Dantian, per esempio nella posizione del saluto iniziale e finale nell’esecuzione delle forme nel KaratedÔ. O come ad esempio nelle posizioni assunte dalle gambe, che apriranno in modo fisiologico e non forzato o “violento” le articolazioni, ad esempio; l’articolazione coxofemorale, o come l’articolazione osteo-articolare chiusa iliosacrale. La costante ricerca nella pratica dell’attuazione del principio delle tre chiavi di controllo, in modo tale che diverrà automatica, spontanea e “naturale”.
Come l’importanza degli esercizi di Power stretching che è “attivo“ e che gli esercizi di Nei Gong offre. Da me sostituiti dopo un attento studio recentemente fatto, che reputano allo stretching tradizionale del tipo “passivo” e tenuto per un tempo superiore a sei secondi, poco efficace e addirittura controproducente.
Per il fatto che l’allungamento dei muscoli tenuti per un tempo superiore ai sei secondi, vengono “addormentati” dalle endorfine. Le quali rallentano il transito dell’impulso elettrico dei motoneuroni. Prodotte dal dolore provocato dall’allungamento dei muscoli.
Quando i principi esposti a pagina quattro verranno messi in pratica anche nella vita quotidiana e quando questo automatismo diventerà sempre più fluido e spontaneo. Ad esempio per le casalinghe nei lavori domestici potrebbero muovere il corpo come negli esercizi di Nei Gong, in riferimento al lavoro sullo Zhong Ding. Per prevenire disturbi articolari che si potrebbero verificare con il passare del tempo, da un uso non corretto del corpo. Ad esempio con il muovere lo Zhong Ding mentre lavano i piatti, o un tavolo. Come ad esempio rendere elastiche le articolazioni sacro-iliache, con gli esercizi sulla forza elastica, può allenare le donne incinte per prepararle al momento del parto.Quindi sia la gente comune che l’allievo, li potrà adottare in modo costante anche nella vita di tutti i giorni. Compreso quel meccanismo di; volontà, attenzione, concentrazione, coscienza e consapevolezza, che talune pratiche con il tempo, attraverso degli stadi e a differenti livelli personali, porteranno l’allievo a un miglioramento di tutto il suo essere, psicofisico,emozionale, energetico e spirituale. Nonché un miglior inserimento nella vita sociale, nelle istituzioni, nella famiglia, affronterà gli altri con sicurezza e forza interna, con ragionamenti sensati e risposte pacate. Avrà quindi i prerequisiti per raggiungere un equilibrio più stabile e duraturo, che maturerà e si rafforzerà durante l’arco della sua vita. Proiettandolo attraverso una visione più aperta e sensata, del senso della pratica nel contesto di ogni attività intrapresa.Attuare il principio dei due sigilli, i due poteri,allenati e attuate nelle forme e nel combattimento, daranno a ciascun allievo, forza elastica nel collo, forza elastica nella zona della vita anterolateralposteriore, oltre a contribuire a sbloccare tutta la struttura del corpo.Il mettere in atto il principio dei due sigilli con il ruotare velocemente la testa per direzionare il movimento e il corpo che lo seguirà. Così da sviluppare il potere del collo e il potere della vita, consolidato attraverso la costante attuazione degli esercizi di Nei Gong Marziale, in ogni seduta di allenamento. Per arrivare al principio delle tre chiavi di controllo più i due sigilli, che daranno stabilità e più potenza espressa da tutto il corpo. Si arriva così al quinto principio, il principio dei cinque archi, con questo esercizio si otterranno delle posizioni stabili, forti e potenti con il minor dispendio energetico, appoggiandosi all’intera struttura osteoarticolare, senza danneggiarla o gravare il peso del corpo sulle stesse.
L’effetto nel bambino degli esercizi sopra citati, sarà di sensibilizzare tutto l’apparato locomotore, che collegherà da solo all’interno del contesto del karatedô in questo caso specifico,capendone l’importanza come già citato nella pagina n°4. Così questi esercizi avranno la valenza anche di aumentarne l’interesse sotto il profilo culturale educativo, di non casualità di attuazione e di impostazione degli esercizi di Nei Gong Marziale. Non si innescherà nel corpo dell’allievo quel processo “se protratto nel tempo” di rigidità, o l’innescarsi di dolori articolari con conseguente degenerazione che ne seguirà, già evidenti in quei soggetti di vecchio “stampo”.
Questi esercizi sono di complemento e inseriti in modo programmato e mirato, nella preparazione del programma per i bambini, o i ragazzi con la sindrome di Down. Taluni esercizi possono essere e sono un ottimo aiuto nel rinforzare tutti i muscoli profondi, per i quali il soggetto con la sindrome di Down abbisogna maggiormente, rispetto alle sue caratteristiche dovute alla sua condizione.Andando ad irrobustire ad esempio l’atlante o l’epistrofeo “l’ultima vertebra cervicale“, per la quale il soggetto con tale condizione è soggetto a sconnessioni, con più facilità rispetto ad un soggetto normale. Tale fine può essere raggiunto adottando tutti gli esercizi di lavoro sullo Zhong Ding in particolar modo con “battere il tamburo celeste”, o “battere la spalla” girando la testa a destra e a sinistra. Un altro esercizio interessante per taluni soggetti può essere ad esempio; in posizione Ma Bu, dopo aver creato l’allineamento strutturale; retrovertendo il bacino, svuotando il petto, rientrando il mento, tenendo il più possibile la schiena diritta scendere perpendicolarmente. Poi con la spinta che parte dai talloni risalire lentamente senza disallinearsi. Mettendo in atto il principio dei cinque archi, in questo modo il soggetto lavorerà sul tenere il più possibile la schiena diritta. Cosa che all’inizio risulterà difficoltosa, nel controllare le aperture delle gambe, che tenderanno a chiudersi e sul tenere l’allineamento corretto nel risalire.
Oltre che ad allenare queste capacità propriocettive, questo esercizio ha la funzione di allenare i muscoli flessori delle gambe nello spingere con i talloni nella risalita.
Che sarà utile anche come allenamento nel contesto del Karatedô, tale esercizio nella discesa avrà la valenza di allenare anche gli estensori della parte interna delle gambe, utile quindi nel migliorare le aperture per le tecniche di gamba, ad esempio per i calci alti. Oltre che ad elasticizzate l’articolazione osteo-articolare chiusa sacro-iliaca.
Sempre per quanto riguarda l’utilizzo degli esercizi di Nei Gong marziale nei soggetti con la sindrome di Down va detto per esempio
Che introducendo l’esercizio specifico ad esempio quello riguardante la forza esplosiva, che imita il “tagliare un foglio”, potrebbe servire ad eseguire ad esempio da seduto un semicerchio e successivamente un cerchio con un gessetto, imparando a controllare il movimento del polso. Il non stringere troppo le dita sul gessetto, favorendone il movimento circolare delle dita.
Non è il fine per qui l’esercizio è nato, cioè l’allenamento eseguito in piedi, per la forza esplosiva. Ma può comunque essere allenato in modo indiretto spiegandone i principi, il bambino disabile interiorizzerà poco a poco. Nel soggetto che sto trattando è evidente il fatto che riesce ha intuire la duplice valenza di tale esercizio in modo del tutto istintivo (a mio avviso), comportandone un interesse maggiore. Soprattutto negli esercizi che riguardano il lavoro sullo; Zhong Ding come ad esempio “battere il tamburo celeste,” mostra interesse e nel contempo piacere nell’eseguirlo.
Ma che in modo del tutto normale per quanto riguarda il suo stato, tende ad essere incostante e ha bisogno di essere costantemente corretto. Ma non sottoponendolo troppo a correggere particolari troppo raffinati, altrimenti da segni di disapprovazione.
Che può essere un suo punto debole, su cui dovrà lavorare per migliorare. In seguito ad una visita medica presso il Centro per la cura e la riabilitazione dei traumatizzati cranici presso l’unità funzionale di neuropsicologia clinica e riabilitazione cognitiva di Fontanellato (PR) del Centro Cardinal Ferrari. In questo periodo sto trattando un soggetto il quale, in seguito ad un incidente automobilistico è rimasto per un periodo di dieci giorni in coma, riscontra oltre che ad una struttura muscolare rigida, molta difficoltà a livello coordinativo.
Con gli esercizi per i quali ha chiesto la mia collaborazione ci prefiggiamo di instaurare un collegamento relativamente rapido tra pensiero e azione. Innescando in modo costante un miglioramento sull’intero stato di equilibrio psicofisico di tale individuo. Come primi esercizi di base ho introdotto il lavoro sullo Zhong Ding del secondo volume sulla forza ad aspirale. Questo per favorire l’elasticità del tronco per sviluppare le capacità propriocettive in funzione al movimento, cioè da dove parte, (movimento dall’interno). E per instaurare un meccanismo di auto analisi sull’allineamento strutturale da auto correggere, per la sua incapacità di deambulazione in modo diritto.
La camminata senza l’uso delle braccia (come primo approccio), questo per riuscire a lavorare oltre che sull’equilibrio, anche sull’allineamento da tenere durante il movimento.
Per riuscire ad attuare una posizione retta, che fatica ad assumere. In una fase successiva saranno inserite le braccia e da qui inizieranno una serie di esercizi che partiranno da una complessità relativamente media, in modo programmato e graduale si arriverà ad esercizi più articolati.Nonostante la difficoltà (che è maggiore in lui rispetto ai soggetti che non anno riportato traumi e/o lesioni permanenti causa il coma), il soggetto dimostra una grande forza di volontà nel voler ottenere l’automatismo dell’esercizio aumentando così la soglia di attenzione, lavorando così sui prerequisiti indispensabili da cui ne trarrà motivazioni per migliorarsi.Aumenta così in lui la volontà, nel voler ottenere dei risultati visibili, migliorando così le sue capacità di attenzione e concentrazione. Aumenta la sicurezza di se stesso, ed è consapevole delle molteplici funzionalità degli esercizi; allineamento strutturale più corretto, sciogliere e/o ammorbidire i muscoli, elasticizzate le articolazioni, i tendini e i legamenti.Liberando così delle tensioni che sono causa di rigidità del corpo, rendendolo “sordo”e rendendo rigidi gli organi interni.Va detto che tutto il corpo è un organo di senso, se noi lo avremo in salute senza tensioni in eccesso, avremo un corpo sensibili e attento, quindi intelligente, saremo elastici ma connessi, avremo vera forza. Altrimenti creeremo rigidità e durezze che potremmo trovare anche a livello mentale.
La forza entrerà in noi e la forza uscirà da noi, creando così i presupposti per una buona salute.Questi fattori vanno presi in considerazione tenendo conto del fatto che il soggetto in questione ha una patologia di base più o meno cronica, cioè che dovrò tener conto del fatto che potremmo si vedere dei risultati ma difficilmente risolvibili in modo totale, rispetto alla sua condizione antecedente al suo trauma.Ciò nonostante dovrò programmare le sedute in modo tale da ottenere dal soggetto in questione, sempre un maggior impegno psicofisico.Per stimolarlo e quindi trarne in modo continuativo stimoli per migliorare la sua condizione. Le risposte di collegamento a livello psicofisico, seguiranno percorsi alternativi da quelle antecedenti al trauma, danneggiate e peggiorate dagli undici giorni di coma. Per farne un esempio è come se un filo diretto che collegava l’analisi del pensiero -azione si fosse interrotto.
Questo stato porta il soggetto da me trattato a perdere l’equilibrio, ritardando la risposta, si sentirà insicuro e instabile, per l’appunto.
Sarà compito degli esercizi riformare dei collegamenti alternativi per instaurare un collegamento col sistema Nervoso Centrale, cercando per quanto possibile di creare nel soggetto in questione maggior fiducia, sicurezza e autostima. Non tralasciando il fattore dello scambio dal punto di vista umano, cioè l’instaurare con il soggetto un dialogo verbale, che può partire dalla difficoltà dell’attuare su di se taluni esercizi. L’importanza di renderli comprensibili usando vari modi; dallo studio su di sé “provando e riprovando”, passando per lo studio del materiale didattico, per renderli comprensibili sotto il profilo funzionale. Così facendo potrà essere utile per migliorarli, migliorando le capacità propriocettive e quindi tutti i presupposti per il miglioramento del suo stato generale. Una volta che avrà capito che le sue difficoltà di apprendimento sono dovute al suo stato attuale e che anche le persone che non hanno riportato traumi come lui, anno comunque difficoltà a livello coordinativo atto ad apprenderne il gesto. Si mostrerà più fiducioso e può darsi che si potrà “lavorare” a livello coordinativo ad un livello superiore, tutto questo potrebbe essere verificato solo se il soggetto da me seguito continuerà a seguire le lezioni. Così facendo verrà inserito poco a poco con il gruppo e verificherà di persona tali esempi da me sopra esposti.
L’esercizio più difficile da imparare e da sviluppare è il lavoro da posizione Ma Bu e disegnare l’otto sia pur per la sua difficoltà di attuazione corretta, ma anche quella che sta nell’eseguirlo cercando di ammorbidire i gesti con una sempre maggior fluidità, di lavoro sulla torsione di tutto il corpo. Cosa che risulta difficile in questo soggetto per il fatto che il trauma da lui subito ha irrigidito tutto il corpo e ha sconvolto tutto il suo sistema psichico, risulterà altresì difficoltoso arrivare al settimo principio; quello delle sei armonie. Quest’ultimo esercizio è per lui difficoltoso da attuare ed è anche quello per lui più importante, per quanto riguarda il lavoro sulle armonie nel quale tale esercizio va ad influire.
Cercare di rendere il suo corpo più armonioso e i movimenti più fluidi sarà l’obbiettivo da raggiungere, per tale scopo gli esercizi di Nei Gong. Saranno fondamentali e dovrebbero essere ripetuti ogni giorno, cosa che sicuramente il soggetto in causa non farà.
Nel mese di giugno il soggetto in questione andrà in ferie e quel meccanismo di aggiustamento, iniziato con gli esercizi di lavoro sul corpo e sull’atteggiamento mentale, se non continuati si andranno a perdere. Personalmente ho potuto constatare l’efficacia di taluni esercizi a livello energetico, psichico, fisiologico e strutturale; a livello energetico migliora indubbiamente la qualità, la costante e duratura, quantità di energia prodotta. A livello psichico; se tali esercizi vengono affrontati con un atteggiamento di spirito marziale e tecnico, scientifico adeguato, modificheranno sostanzialmente la condizione degli individui. Per quanto riguarda il lato fisiologico e strutturale che secondo me sono strettamente correlati si otterranno dei miglioramenti importanti per quanto riguarda l’assestamento di disturbi di carattere digestivo, metabolico, del sistema linfatico e immunitario. Andrà ad influire sulla salute di tutto l’organismo sbloccando in modo lento ma duraturo tutti i sistemi sopra citati, si avvertirà un corpo più pronto, sveglio, leggero, in armonia, più attivo e in salute.La struttura del corpo sarà più in armonia preservandola da disallineamenti, provocati da uno scorretto atteggiamento corporeo, da pesi mal distribuiti, o da un carico muscolare eccessivo.
Andando a caricare in maniera eccessiva articolazioni, a comprimere compromettendo il loro corretto funzionamento gli organi interni, legamenti, tendini, non per ultime le vertebre della colonna vertebrale, schiacciate da carichi eccessivi dovuti sia da atteggiamenti posturali scorretti, ma anche da una massa muscolare eccessiva e in disarmonia. Se tutta la struttura del corpo si muoverà in armonia, tutto l’organismo si muoverà senza compromettere il suo normale funzionamento, l’energia sarà ben utilizzata e indirizzata. Migliora così la qualità della vita di tutti i giorni,si affronteranno i giorni con più vitalità, andando ad influire positivamente sul percorso della vecchiaia in modo positivo.Il movimento “pensato” è di fondamentale importanza per la salute dell’intero organismo, indispensabile per trasmettere corretti principi su cui basare un insegnamento che possa dare, qualità funzionale. Per persone che si vogliono accostare in modo corretto agli esercizi di “lavoro” sul corpo, a prescindere dalla disciplina sportiva intrapresa.